L’accelerazione delle trasformazioni industriali e la conseguente esigenza di innovazione continua dei sistemi produttivi implica una rivisitazione strutturale dei sistemi professionali, delle modalità di organizzazione del lavoro, delle prassi di governo e sviluppo delle persone. Se non altro perché le professionalità e le pratiche lavorative si trasformano incessantemente, in rapporto all’evoluzione del sistema, implicando nuove e diverse conoscenze e abilità.
Il resoconto del convegno
Il primo passo da compiere è un ridisegno profondo del sistema fiscale che alleggerisca il peso sul lavoro e sull’impresa. Quello successivo è contrastare la precarietà, rovesciando le scelte della destra nell’ultimo decennio e in particolare l’idea di una competitività al ribasso del nostro apparato produttivo. Il terzo passo è spezzare la spirale perversa tra bassa produttività e compressione dei salari e dei diritti, aiutando le produzioni a competere sul lato della qualità e dell’innovazione. Quarto passo è mettere in campo politiche fiscali a sostegno dell’occupazione femminile, ancora adesso uno dei differenziali più negativi per la nostra economia, in particolare al Sud.
Un contratto di lavoro a tempo indeterminato finalizzato alla formazione e all’occupazione dei giovani, definito secondo tre distinte tipologie:
La valorizzazione del capitale umano per favorire la competitività dell'impresa : non solo investire in nuovi business e in nuove tecnologie, ma puntare sulla capacità interna di sviluppare processi di apprendimento ricorrendo non semplicemente a strutture ad hoc, come gli uffici studi o i laboratori di ricerca e sviluppo, o a società di consulenza. Esse devono coinvolgere sempre di più le molteplici risorse professionali interne per determinare effetti positivi e innovare processi e prodotti, valorizzando il patrimonio aziendale. In questo processo di miglioramento e potenziamento delle competenze, svolge una funzione fondamentale la formazione.